Cari Amici,
in chiusura d’anno torno a proporvi un tema già affrontato ma che, per il suo rilievo, è destinato a mio avviso a porsi al centro dell’attenzione degli amanti del diritto amministrativo, perché attiene a quell’esercizio del potere che è l’oggetto primo dei nostri studi e della nostra attività professionale.
Il tema è quello della consumazione del potere valutativo, e conseguentemente discrezionale, dell’Amministrazione, e ad esso si lega e contrappone quello del potere del Giudice dell’Amministrazione: ove cessa l’uno dovrebbe sorgere quello dell’altro e poiché quest’ultimo è espressione d’un potere di intervento non autonomo, bensì derivato dall’impulso dell’azione del cittadino titolare di interesse tutelabile, l’approdo ultimo è nel senso che il potere di intervento del Giudice per la effettiva cessazione degli effetti dell’illegittimità dell’azione deve risolversi, per avere una sua causa, nell’appagamento pieno di tale interesse: in una espressione, nell’attribuzione al Giudice di un potere coercitivo verso l’Amministrazione anche quando la contesa ha avuto ad oggetto un interesse, non già un diritto, e si è pertanto agito nel contesto di un giudizio di mera legittimità, vale a dire al di fuori dei casi di giurisdizione esclusiva.
Così inquadrato, l’argomento quasi desta sgomento, intessuto com’è di valori costituzionali che esigono un contemperamento per non essere reciprocamente ostativi; ad esempio, e in primo luogo, quello che vede contrapposti, da un lato, gli articoli 24 e 111 e, dall’altro, gli articoli 97 e 101: il diritto alla tutela giurisdizionale “giusta” è ontologicamente connotato dalla effettività, secondo il canone oggi espresso dall’art 1 della legge sul processo, ma la reciproca autonomia fra i due Ordinamenti si pone quale quasi invisibile diaframma fra giustizia del processo e sua effettività.
Su questo sfondo si pone dunque, e su di esso risalta, la decisione CdS, Sez. V, 25 febbraio 2019, n.1321, che già all’indomani della sua pubblicazione facemmo oggetto di analisi per valutarne l’incidenza sulla modifica del processo, e ciò nella tradizione di ampliamento delle libertà civili che, pur fra resistenze e ripensamenti, connota il magistero della giustizia amministrativa (27 Maggio 2019, Aristide Police, “La trasformazione funzionale del processo amministrativo”) e sulla quale oggi vi invito a tornare per una riflessione su come e con quali mezzi l’interesse legittimo sia suscettibile di tutela piena (il che è argomento che s’affaccia sul versante della natura sostanziale di tale istituto).
Vengo così ad invitarvi all’ultimo dei nostri incontri del fuggente anno 2019:
Decimo incontro del ciclo “Alla ricerca del filo d’Arianna” anno 2019
- lunedì 9 dicembre 2019 ad ore 14,30
- Relatore:
Prof. Avv. Guido Greco, Professore emerito di diritto amministrativo presso l’Università Statale di Milano
- Tema: “Interesse legittimo ed effettività della tutela”
Interverrà il Dott. Dario Simeoli, Consigliere di Stato ed estensore della sentenza n.1321/2019.
L’incontro si terrà presso la sede del TAR Lombardia in Milano, a via Corridoni n. 39.
Per consentirne l’ordinato svolgimento, le operazioni di registrazione degli iscritti ai fini dell’acquisizione del credito formativo avranno inizio dalle ore 14,20 e termine alle ore 14.50: al di fuori di tali orari non sarà possibile l’accesso all’aula della conferenza.
A tutti Voi il mio più cordiale saluto.
(Giancarlo Tanzarella)